Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello, Angelo, parlamentare nazionale del Movimento per l’autonomia sono indagati dalla Procura della Repubblica di Catania per concorso esterno all’associazione mafiosa.

Secondo l’accusa avrebbero avuto contatti con Vincenzo Aiello, arrestato l’8 ottobre del 2009 da carabinieri, e indicato come uno dei boss vicini al capo mafia ergastolano Benedetto Santapaola.

Palermo, 29 mar. – (Adnkronos) – Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo (Mpa) e suo fratello Angelo, deputato nazionale, sarebbero indagati a Catania con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La decisione, come scrive oggi il quotidiano ‘La Repubblica’ e’ stata presa dalla Procura etnea, guidata da Vincenzo D’Agata, sulla base di un corposo rapporto di tremila pagine confezionato dai Carabinieri del Ros. Nel faldone top secret spiccherebbero le rivelazioni di un pentito e le intercettazioni telefoniche e ambientali che documenterebbero i contatti tra il capo della mafia catanese, Vincenzo Aiello, e i fratelli Lombardo.
«È un’accusa che non sta né in cielo né in terra. Non conosco Aiello, e non so chi sia. Posso soltanto ribadire che non ho mai fatto affari con la mafia». Lo ha afermato all’ANSA il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, commentando la notizia, riportata dal quotidiano La Repubblica, della sua iscrizione nel registro degli indagati per concorso esterno all’associazione mafiosa, assieme al fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. Il presindente Lombardo, secondo l’Ansa, ha convocato una riunione della Giunta siciliana alle 15 con un solo punto all’ordine del giorno: comunicazioni del presidente. «Replico a questa pattumiera di notizia di oggi, dicendo molto chiaramente che si tratta di notizie paradossali fino a essere ridicole. La matrice della loro diffusione, ne sono convinto anch’io, è politica», ha spiegato Lombardo.

Il governatore ha detto di «non avere avuto notificato alcun avviso di garanzia» e di «avere appreso la notizia da un amico che ha letto il giornale» e gli ha telefonato. Il leader del Mpa ha annunciato che adirà «le vie legali» per «difendersi da queste accuse infamanti e false». «Non lancio proclami – ha aggiunto Lombardo – e chiedo giustizia agli stessi magistrati presentando un esposto dopo avere letto di cosa mi si accusa». Sui contatti con Liga, il presidente della Regione Siciliana ribadisce che «sono stati di natura politica» e di «averlo incontrato così come tanti altri hanno fatto»

Il Sole 24 ore